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Studiare conviene

L’ultimo rapporto «Education at a Glance» dell’Ocse, presentato insieme alla Fondazione Agnelli e a Save the Children con il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, ha scattato la fotografia annuale del sistema educativo italiano, comparandolo a quello degli altri Paesi membri dell’organizzazione. I numeri, ha scritto il Corriere, non solo sembrano delineare una “situazione da dopoguerra”, ma mostrano anche evidenti divari territoriali e tra sessi.

Non solo un pezzo di carta

Se c’è una cosa certa che emerge dal rapporto è che laurearsi conviene sempre, anche in Italia, a maggior ragione se si è donne. Chi è in possesso di un titolo di studio di questo tipo aumenta infatti le possibilità di occupazione ma anche di stipendio. Innalzare il proprio livello di competenze garantisce un significativo beneficio economico, anche se nel nostro Paese questo avviene meno che altrove. Coloro che finiscono almeno la triennale hanno il 20 per cento in più di possibilità di trovare un impiego rispetto a quelli che si sono fermati alla terza media, e il 6 per cento in più rispetto ad un diplomato delle superiori (Il Sole 24 Ore).

Nota dolente 

Il problema è che l’Italia ha meno della metà dei laureati degli altri Paesi: solo un adulto su 5 la possiede. Tra il 2000 e il 2021, ha evidenziato lo studio, i livelli di istruzione nel nostro Paese sono cresciuti più lentamente. La quota di persone tra i 25 e i 34 anni che possiede un titolo di istruzione universitaria è cresciuta di 18 punti percentuali, rispetto a una crescita media di 21 punti percentuali. L’Italia resta così uno dei 12 Paesi dell’area Ocse dove la laurea non rappresenta il titolo di studio più diffuso. Il ritardo è noto da tempo, ma non per questo si può dire che sia meno preoccupante. Del resto, il beneficio economico derivante dal possesso di una laurea risulta minore che altrove. Nei Paesi Ocse, in media, un laureato nell’arco della sua vita lavorativa arriva a guadagnare il doppio di chi non ha un titolo di istruzione secondaria superiore.

  • Il rendimento della laurea in Italia in quattro grafici (Lavoce).

Investire 

Tra i dati positivi contenuti nel rapporto Ocse, però, c’è l’elevata percentuale di bambini tra i 3 e i 5 anni che frequentano la scuola dell’infanzia (92%), un dato che colloca il nostro Paese sopra alla media Ocse. “Il nuovo Report conferma una volta di più che dappertutto, anche in Italia, studiare conviene. In primo luogo, per avere un lavoro e retribuzioni migliori. Ma anche perché livelli d’istruzione più elevati sono – aggiunge – correlati con una salute migliore, una maggiore partecipazione alla vita civile e capacità di comprendere l’altro” afferma Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli (La Repubblica).

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