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Cos’è il burnout sul lavoro: cause, sintomi e come comportarsi

Nel 2019, la sindrome da burnout è stata ufficialmente riconosciuta e inserita nell’International Classification of Disease (ICD).

Tuttavia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha specificato che non si tratta di una malattia. È invece una condizione di stress cronico causata dal lavoro, che porta con sé affaticamento, improduttività e disinteresse verso la propria attività. Per sua stessa definizione, il burnout non riguarda ambiti della vita diversi dal lavoro.

Burnout: le cause

La sindrome da burnout può riguardare lavoratori di ogni età e campo lavorativo. Si tratta di un disturbo molto frequente nel settore sanitario e assistenziale, in quello delle forze dell’ordine e tra gli insegnanti.

Esistono poi alcuni fattori di rischio, soprattutto a livello di personalità e connesse alla mansione svolta:

  • l’incapacità di lavorare in team;
  • la tendenza a porsi obiettivi non reali;
  • l’abnegazione al lavoro;
  • un carico di lavoro eccessivo;
  • la difficoltà a identificarsi con la vision aziendale;
  • l’incapacità di creare legami con i colleghi;
  • orari di lavoro prolungati;
  • mansioni e obbiettivi che cambiano spesso;
  • mobbing.

I sintomi del burnout

Generalmente, il burnout non prevede un esordio improvviso. Inizialmente, i suoi campanelli d’allarme vengono sottovalutati in quanto piuttosto vaghi: cefalea, insonnia, mal di stomaco, scarsa motivazione e concentrazione.

Gli esperti hanno individuato 4 fasi del burnout:

  • Fase 1: il lavoratore ha una visione idealizzata del lavoro, ha aspettative poco reali e si convince di poter ottenere un successo immediato, motivo per cui è eccessivamente attivo e sacrifica la sua vita familiare e personale;
  • Fase 2: il lavoratore prosegue la sua attività ma si rende conto che il lavoro non soddisfa le sue aspettative, e vede crescere la delusione;
  • Fase 3: il lavoratore si sente inutile, può diventare aggressivo verso di sé o verso gli altri, prova ansia e inizia a “scappare” dal lavoro mettendosi in malattia o usufruendo di ogni permesso possibile;
  • Fase 4: il distacco apatico conduce ad una vera disaffezione al lavoro, accompagnata da intolleranza, indifferenza, senso di colpa e di fallimento.

I sintomi del burnout possono variare molto da soggetto a soggetto. Tra i sintomi della sfera emotiva vi sono una bassa autostima, difficoltà a concentrarsi, agitazione, ansia, nervosismo, infelicità, crisi di pianto e preoccupazioni. Tra i sintomi fisici possono invece manifestarsi insonnia, stanchezza, tachicardia, mal di testa, nausea, inappetenza, problemi gastrointestinali, tremore, vertigini, ipertensione e tensioni muscolari.

Cosa fare in caso di burnout?

Se sospetti di soffrirne, puoi eseguire un test per il burnout online. Rispondendo alle semplici domande proposte, puoi avere più chiara la tua situazione e capire se stai vivendo solamente un periodo di stress passeggero o se potresti soffrire della sindrome di burnout.

È molto importante sottolineare che una diagnosi di burnout deve sempre essere effettuata da un medico del lavoro o da uno psicologo che, con un’attenta anamnesi, saprà emettere la diagnosi e delineare il piano terapeutico più opportuno.

Se invece senti il bisogno di confrontarti sul tuo percorso professionale e di mettere a fuoco i tuoi obiettivi, Phyd può esserti di aiuto. Mettiamo infatti a tua disposizione un team di esperti, per aiutarti a ritrovare la motivazione, a riscoprire il tuo potenziale e a definire nuovi obiettivi di carriera e di vita grazie a diversi percorsi di coaching, tutoring o mentoring.

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